Una foto è per sempre

Scavando nei cassetti di una vita, e riordinando le vecchie foto, talvolta si scoprono immagini che ti riportano indietro nel tempo, a episodi che hanno segnato la tua crescita personale e professionale, come questa del 17 febbraio 1987 (quando avevo ancora i capelli e la barba del colore originale, ed entravo in giacche più piccole di qualche taglia rispetto a quelle attuali). Peraltro, anche all’epoca vestivo in modo diverso rispetto alla maggioranza, come testimoniano il blazer blu con pantaloni grigi (che non si vedono) e il papillon – di quelli autentici, che si devono annodare – rosso.

Quel giorno, ho avuto l’onore di ricevere il RITA (Recognition of Information Technology Achievement) Award per la stampante Compuprint 4/66, dichiarata prodotto dell’anno dalla rivista inglese Which Computer? La consegna è avvenuta a Birmingham, dove aveva luogo la fiera Which Computer? organizzata dalla casa editrice della rivista, durante un evento serale alla Birmingham Town Hall. La premiazione è stata ripresa in diretta dalla trasmissione televisiva BBC Micro Live, come dimostra la foto che mi vede tra i due presentatori Ian McNaught-Davis e Lesley Judd, insieme a Gianni Bertino (Country Manager UK Compuprint) e al caporedattore della rivista Which Computer? (di cui purtroppo non ricordo il nome, ma che la sera prima mi aveva offerto la cena – un giornalista che offre la cena a un PR? – nel migliore ristorante cinese della città, dove avevo mangiato un’anatra laccata che ancora oggi ricordo).

All’epoca avevo 33 anni, ed ero responsabile a livello mondiale della comunicazione di marketing delle stampanti Compuprint (divisione di Honeywell Bull). Il RITA Award era stato il risultato di sei mesi di lavoro insieme a John Aeberhard e Chris Hewitt dell’agenzia di relazioni pubbliche A+, che ci aveva portato a vincere da outsider semisconosciuto contro giganti del settore come Epson, NEC e Citizen, aziende giapponesi leader nel mercato mondiale delle stampanti, e contro i produttori locali (che all’epoca esistevano ancora). Un successo importante sia per l’azienda sia per il sottoscritto (essere intervistati dalla BBC non è cosa di tutti i giorni, soprattutto per un italiano).

Alla fine della settimana, quando sono tornato a casa, ho raccontato prima a mia moglie Tiziana e poi ai miei genitori l’esperienza che avevo vissuto, che mi aveva riempito di orgoglio (e aveva contribuito ad aumentare in modo significativo le dimensioni del mio ego), utilizzando probabilmente dei toni un po’ troppo presuntuosi rispetto a quello che avrei dovuto. La cosa è stata immediatamente colta dai miei genitori, che mi hanno ricordato come la vittoria del premio fosse semplicemente parte del mio lavoro, e che non era stata sicuramente raggiunta senza l’indispensabile contributo di tutti coloro che oggi ho citato (e che in quell’occasione avevo probabilmente ignorato). Una lezione di vita importante, che ho cercato di tenere sempre presente in tutte le mie attività, sia nel mondo della consulenza in comunicazione (dove sono entrato pochi mesi dopo, a settembre del 1987) sia nel mondo del software libero e open source.

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